domenica 8 maggio 2011

Essersi assenti

"Siamo franchi, avevo scuse? Una, ma così misera che non saprei come farla valere. In ogni modo, eccola: non son mai riuscito a credere veramente che le faccende umane fossero cose serie. In che cosa consistesse la serietà, non lo sapevo: certo non in quel che vedevo o che mi sembrava soltanto un gioco divertente o tedioso. Certi sforzi, certe convinzioni, non le ho veramente mai capite. Guardavo sempre, con aria stupita ed un po' sospettosa, quelle strane creature che morivano per del denaro, si disperavano per la perdita di una 'posizione', o si sacrificavano con grandi arie per la prosperità della famiglia. Capivo meglio quel mio amico che s' era messo in testa di non fumare, e, a furia di volontà, c' era riuscito. Un mattino, aprì il giornale, lesse che era esplosa la prima bomba H, s' informò dei suoi mirabili effetti, ed entrò senza indugio in una tabaccheria.
Certo, a volte fingevo di prendere la vita sul serio. Ma presto la serietà mi appariva in tutta la sua frivolezza, e mi limitavo a continuare a recitare la mia parte meglio che potevo. Giocavo ad essere efficiente, intelligente, virtuoso, civile, indignato, indulgente, solidale, edificante... In breve, smetto, lei ha già capito che ero come gli Olandesi, che ci sono senza esserci: ero tanto più assente quanto più posto occupavo. Sono stato veramente sincero ed entusiasta solo quando facevo dello sport, e, al reggimento, quando recitavo in commedie che rappresentavamo per nostro piacere. In entrambi i casi, c' era una regola del gioco che non era seria, ma che ci si divertiva a prendere sul serio. Anche adesso, gli incontri domenicali in uno stadio straripante di folla, e il teatro, che ho amato con passione assoluta, sono i soli luoghi al mondo in cui mi senta innocente."
(Albert Camus, La caduta)

Friedrich-Viandante sul mare di nebbia, 1818, Amburgo, Kunsthalle



La Storia, il mondo, si son fatti sempre ingannare dai falsi profeti. Confessare le proprie doppiezze, presentare entrambi i lati del volto di Giano, non basta a rendere l' innocenza, così come ritenere che "tutti gli uomini siano colpevoli" non minimizza l' entità delle eventuali sedicenti colpe di cui si è gravati.
Il falso profeta grida nel deserto rifiutandosi di uscirne e forse c' è più abiezione nel percorso di chi accorpa in sé il giudice ed il penitente che in chi, di fatto, rimane a vivere una condizione morale forse pure oggettivamente ripugnante.

Che noia, lo so, che noia, provare a trovare un po' di verità.




2 commenti:

  1. la verità arriva solo quando non la cerchi :-)

    cara Morena, è bellissimo scriverti, e l'immagine di Venezia che mi hai mandato è superlativa, però ora devi spiegarmi nel modo più semplice come fare per accedere a te con il mio profilo e per essere avvisata di ogni tua novità...

    a presto
    c.

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  2. Carissima, prova a dare un' occhiata a queste istruzioni di Blogger: http://www.google.com/support/blogger/bin/answer.py?hl=it&answer=42399
    forse ti chiariranno un po' le idee.
    Poi: per l' aggiornamento costante, scorri lungo la sezione destra di questo blog, fino a trovare "Iscriviti a" e seleziona la o le scelte: questo dovrebbe consentirti l' iscrizione al feed.
    Non so dirti se l' iscrizione del tuo account ai "follower" (sempre scorrendo nella sezione di destra)dia lo stesso risultato; puoi provare, tanto non succede nulla di irreparabile.
    Nel caso qualche amico bloggerista ravvisasse inesattezze nelle mie ipotetiche istruzioni, lo pregherei di correggermi, ringraziandolo fin d' ora.
    Forse, Carla, anche Elio (che gestisce un blog Splinder come il tuo) potrebbe saperne di più, oppure conoscere altri arcani della rete che ignoro.

    Concordo sulla bellezza e sulle potenzialità dei nostri contatti :-)
    A presto.

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