domenica 2 ottobre 2011

Una perfetta scienza sociale.

"Nel corso degli ultimi secoli si è avvertita confusamente la contraddizione fra scienza e umanesimo, benché non si abbia mai avuto il coraggio intellettuale di guardarla in faccia. Si è tentato di risolverla senza averla precedentemente contemplata. Una simile slealtà intellettuale è sempre punita con l' errore.
L' utilitarismo è stato il frutto di uno di questi tentativi. Si è supposto un piccolo meraviglioso meccanismo grazie al quale la forza, entrando nella sfera delle relazioni umane, diverrebbe automatica produttrice di giustizia.
Il liberalismo economico dei borghesi del XIX secolo si fondava esclusivamente sulla fiducia in un simile meccanismo. L' unica restrizione era che, per godere della proprietà di produrre automaticamente la giustizia, la forza avrebbe dovuto avere la forma del danaro, escludendo così ogni uso delle armi o del potere politico.
Il marxismo non è altro che la fiducia in un meccanismo di questo genere. La forza vi è battezzata col nome di storia; ha per forma la lotta di classe; la giustizia è rimandata a un avvenire che dev' essere preceduto da qualcosa che somiglia a una catastrofe apocalittica.
E anche Hitler, dopo il suo attimo di coraggio intellettuale e di chiaroveggenza, è caduto nell' illusione di quel piccolo meccanismo. Gli sarebbe stato necessario un modello inedito di macchina. Ma egli non ha il gusto né la capacità dell' invenzione intellettuale, a parte qualche lampo di intuizione geniale. E quindi ha preso in prestito il suo modello di macchina da coloro che lo ossessionavano continuamente perché gli erano repulsivi. Ha semplicemente scelto come  macchina la nozione di razza eletta, di una razza destinata a piegare tutto e a stabilire quindi fra i suoi schiavi la forma di giustizia che conviene alla schiavitù. In tutte queste concezioni apparentemente diverse e in fondo tanto simili, c' è un solo inconveniente, uguale per tutte. Vale a dire, che sono menzogne."
 
(Simone Weil, La prima radice)
 
La Weil mi piace, in generale -anche quando afferma cose che non approvo o quando si stacca da terra in elucubrazioni misticheggianti che a me paiono deliranti, perché io quel suo Dio/verità non so dove stia-, perché usa stupendamente l' innata dote tutta femminile dell' intuizione. Unito alla sua cultura e preparazione filosofica, questo le consente splendide equazioni di pensiero e sterminata vista, con conseguenti precognizioni: perciò è sempre moderna.
 
Nel 1949  viene pubblicato postumo "L' enracinement"  -tra l' altro voluto da Albert Camus come primo volume della Collana di Gallimard Espoir, che lo presenta come il documento di una benjaminiana "speranza dei senza speranza"-.  Con l' orrore dei conflitti mondiali ancora sotto agli occhi e personalmente vissuti, la filosofa dall' ardente carattere ha il perfetto coraggio di scrutare e smascherare le contraddizioni umane e storiche del suo tempo.
 
Perciò, "C' è una sola scelta da fare. O bisogna riconoscere che nell' universo accanto alla forza (unica signora di tutti i fenomeni della natura, mentre invece gli uomini possono e devono fondare le loro reciproche relazioni sulla giustizia, riconosciuta mediante la ragione -n.d.r.) opera un principio diverso dalla forza,  o bisogna riconoscerla come signora unica e sovrana anche per le relazioni umane." (ibidem)
 
La giustizia, infatti, è altrettanto reale nel cuore degli uomini. Gli uomini, ed il modo in cui il loro cuore è fatto, è reale. I bisogni innati, come, appunto, quello di giustizia, sono realtà. L' umanesimo, allora, non è in conflitto con la scienza.
 
 
 
***
 
Oggi il mondo è ingiusto, lo sappiamo bene. Ovunque, non si sentono che lamentazioni.
Il problema sorge quando ciò che percepisci tu come ingiusto, e poi quel che è ingiusto per me, non collimano, si sbilanciano.
Tu avverti la tua indignazione nei confronti dell' ingiustizia a te cara come assolutà priorità, e così affossi la mia, di cui non t' accorgi. Potresti guardarmi morente, e non cambieresti opinione, dentro di te.
 
Serve l' ordine. Una perfetta scienza sociale. Come si fa.
Ed ho appena scoperto che non c' è alcuna via di scampo.
Bisogna amarsi. Il resto sono chiacchiere.
 
 
 

2 commenti:

  1. Giustizia, umanesimo, scienza, socialismo, mercato non sono altrettanti idoli che si propongono di liberare l'uomo dalla schiavitù della fede in Dio per consegnarlo ad un'altra ?

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  2. Assolutamente sì, Giovanni, concordo pienamente.
    E la Weil, che avvertiva prepotentemente la partecipazione alle disgrazie delle classi oppresse, presto comprese che neppure nel marxismo risiedeva la possibilità di appagare il loro bisogno primario di giustizia, ma bensì soltanto quello di procrastinarlo ad un avvenire imprecisato e nebuloso: questa è Fede, e con la Fede non si sfamano i propri figli.
    Talvolta temo che noi tutti, da che ci siamo allontanati irrimediabilmente dai nostri stessi ancestrali legami con il mondo dionisiaco, altro non abbiamo ottenuto se non la nostra stessa accelerazione verso la fossa. E poi mi chiedo se avessimo davvero scelta.

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