mercoledì 28 novembre 2012

Tipico post che ho, in genere, in massimo dispregio: la fatale assenza di oggettive alternative.

La visione romantica dell'amicizia tipica dell'adolescenza è in me, fortunatamente, dissolta.
Le idee tronfie, talvolta retoriche, eroiche ed estetizzanti o, peggio, ingenuamente lungimiranti, sono finalmente evaporate nel grande nulla, che è anche il posto che spetta loro di diritto.
"Fortunatamente", sottolineo, perché per esprimere alta amicizia bisogna conoscere gli uomini e solo dopo aver accumulato abbastanza esperienze nella loro frequentazione, si potrà comprendere quanta compatibilità esista tra le rispettive anime, sì da consentirne la preziosa accoglienza.
 
Senza profonda compatibilità nessuna amicizia sarà mai tale. Ecco la ragione per cui mi è estranea la tanto auspicata sensazione di appagata rilassatezza dell'anima che favoleggio tipica di chi può annoverare la presenza di un'amicizia assoluta tra le proprie certezze di vita.
La prima e più pregnante discriminante tra me e coloro che vorrei amici sta nella priorità dei rispettivi desideri, che fa di solito propendere i loro decisamente per l'attesa di un qualche amore tutto privato che li sfinisca nell'ansia sentimentale e che li renderà sordi e ciechi a qualsiasi altro rapporto intenso e non morboso.
 
Sarà che di quegli amori lì io non ne sono più capace, dato che ho ormai esaurito interamente la forza e la pietà di puntualmente seppellirli.
 

1 commento:

  1. Sono completamente d'accordo con te, i rapporti umani sono diventati aridi, e molti non comprendono che per chiamarsi amicizia deve esserci uno scambio alla pari, convergere verso gli stessi obiettivi...credo che ognuno di noi sia capace di amare, sempre...solo non se ne ha più voglia, per questo motivo preferisco di gran lunga la solitudine...nel mondo della blogosfera, sei una dei pochi che hanno catturato la mia attenzione...

    RispondiElimina